Teleperformance: perché rimanere in Italia

Condividiamo di seguito il comunicato che riporta i dettagli della conferenza stampa convocata questa mattina da Teleperformance Italia e presieduta dall’Amministratore Delegato Lucio Apollonj.

“Abbiamo deciso di convocare questa conferenza stampa dopo gli arresti dei vertici della società Blu Call e l’intervento della Guardia di Finanza presso call center di Avellino, Palermo e Rieti a seguito delle denunce di lavoro in nero: due testimonianze sul fatto che ci dobbiamo confrontare con un mercato caratterizzato da fenomeni di malavita organizzata, situazioni nelle quali sia lo Stato che il sindacato non riescono ad esercitare pienamente il proprio ruolo.

Siamo una multinazionale quotata in borsa, leader mondiale dei servizi di call center in outsourcing, con 130.000 dipendenti in 51 paesi, che genera profitti quasi ovunque nel mondo tranne che in Italia.
Teleperformance Italia, insieme al gruppo Almaviva, è stata tra le poche società a decidere di rispettare le regole sulle stabilizzazioni entro la data inizialmente prevista dalla Circolare 16/2006 del Ministero del Lavoro.
A questa decisione è seguita una modifica di tali regole ed un mancato controllo delle stesse da parte delle autorità competenti: dall’essere un’azienda sana che generava profitti e creava valore per i propri dipendenti ed azionisti, siamo diventati una realtà che dal 2008 ad oggi ha perso oltre 27M di euro.I nostri dipendenti hanno a loro volta perso circa 7M di euro come mancato reddito, a seguito del ricorso agli ammortizzatori sociali, e siamo stati costretti ad intraprendere una pesante ristrutturazione che ha portato infine alla chiusura del sito produttivo di Roma.

Mentre il Governo dichiara di voler attirare investitori stranieri, noi dobbiamo continuare a convincere il nostro Gruppo a mantenere i propri investimenti sul territorio nazionale con ulteriori ricapitalizzazioni: ci chiediamo quali strumenti le Istituzioni intendano mettere in atto per consentire ad un Gruppo come il nostro la permanenza in Italia.
Riteniamo che le condizioni per poter confermare tale investimento siano:
1. Il rispetto di regole uguali per tutti;
2. Salari e costi del lavoro analoghi tra i vari concorrenti del mercato, non drogati da incentivi o aiuti di Stato, che invece di supportare la creazione di nuova occupazione durevole, si traducono esclusivamente in un beneficio per la committenza;
3. La restituzione del reddito non percepito dai nostri dipendenti pari a 7M di euro;
4. La possibilità di ritirare i 330 licenziamenti già comunicati a seguito della chiusura del sito di Roma e gli ulteriori 785 esuberi oggetto della procedura di mobilità in essere, relativa alle sedi di Fiumicino e Taranto;
5. Individuare gli strumenti che ci consentano di recuperare le perdite subite, pari a 27M di euro.
Teleperformance vuole poter lavorare in Italia come nel resto del mondo, come le altre nostre filiali che generano valore e sono ai primi posti delle classifiche delle “migliori aziende in cui lavorare”.

Vogliamo recuperare competitività per creare valore e poterlo condividere con i nostri dipendenti, garantendo a tutti qualità di vita e certezza occupazionale.
Riteniamo che un rapporto sano e costruttivo con il sindacato sia un valore importante, ma non è più accettabile essere additati come scorretti, od i cattivi di turno, quando siamo tra le poche aziende di questo mercato ad aver sostenuto l’onere del rispetto della Legge, come emerso in occasione delle numerosissime verifiche effettuate dagli Ispettori del lavoro, dalla Guardia di Finanza, o da parte delle Regioni.

Teleperformance auspica di raggiungere un accordo sindacale che consenta all’azienda le condizioni necessarie per competere sul mercato e tornare a crescere, garantendo ai propri dipendenti lavoro stabile e a condizioni analoghe a quelle definite con le stabilizzazioni, prima del ricorso agli ammortizzatori sociali.
Abbiamo poco meno di un mese per trovare una soluzione insieme al sindacato e alle Istituzioni, che ci consenta di salvaguardare la piena occupazione e di proseguire la nostra attività in Italia.