
Da ormai diversi anni, ogni giorno adolescenti e sempre più bambini, seguono i loro personaggi preferiti, che siano cantanti o youtuber, cercano informazioni sui programmi televisivi, sulle serie TV, o per i compiti scolastici, e condividono su social contenuti, storie e fotografie. La costante è che c’è una connessione ad un mondo che è il più dinamico e imprevedibile di sempre: il mondo virtuale.
Potrebbero esserci dei rischi in questo mondo? Oltre a incontrare informazioni non attendibili e poco veritiere, è possibile incrociare dei contenuti non appropriati ai ragazzi? La risposta è si, poiché nonostante l’impegno di piattaforme e browser di ricerca, è possibile incrociare con relativa facilità contenuti violenti, discriminatori, sessualmente espliciti e in linea di massima non adeguati.Immaginare di avere un costante controllo sugli smartphone dei minori è possibile, ma non è sempre sinonimo di sicurezza. Seppur vero che si potrebbero monitorare degli smartphone, non è pensabile monitorare tutto l’ambiente circostante.
Cosa fare quindi? Non è semplice fornire una risposta esaustiva ad un fenomeno così complesso.
Oltre ad un confronto necessario coi più piccoli, è necessario rimarcare a genitori e minori l’importanza di strumenti di comunicazione ed interazione, come Forze dell’Ordine o linee di ascolto ed intervento.
È altrettanto necessario entrare nel merito delle questioni, per comprendere dove si può intervenire, partendo dalle problematiche analizzate dalla scienza.
Il cattivo uso dello smartphone sta favorendo dipendenza comportamentale correlata ad alterazione del sonno, ma anche alla capacità di concentrazione e aumento di stati d’ansia; sovraesposizione sociale, con una relativa necessità di approvazione digitale, difficoltà nella creazione di una identità personale, ed esposizione a modelli di bellezza distorti; e ancora, cyberbullismo, challenge virali pericolose, revenge porn.
Cosa fare quindi? Non è semplice fornire una risposta esaustiva ad un fenomeno così complesso, ma quello che ci sentiamo di consigliare, è che a dispetto del tipo di utilizzo, in qualità di genitori e tutori di minori, talvolta è necessario saper dire di no.
Ci rendiamo però conto che si tratta di un processo facile a dirsi, ma molto più difficile da realizzarsi.
Per questo che nei prossimi mesi come TP Italia, proveremo ad analizzare ogni aspetto in un percorso di conoscenza senza preconcetti o prese di posizione finalizzate al giudizio altrui, ma con la consapevolezza di essere una comunità; per cui, continueremo a mettere a disposizione tutti gli strumenti necessari per attenzionare questo fenomeno, ricordando a tutti che in caso di necessità potete contattarci tramite tutti i canali aziendali a vostra disposizione.