Siamo nell’era dei social media ed anche la banca non è più la stessa, ha sviluppato un filo diretto con i clienti tramite Facebook, Twitter, LinedIn e le altre piattaforme.
Rimpiangeremo lo sportello con il dipendente bancario di fiducia?
Non c’è nulla da rimpiangere! Ne’ l’home banking ne’il social banking sostituiranno le persone fisiche ed il rapporto con esse instaurato; si tratta solamente di nuove opportunità per gli utenti: operazioni semplici, intuitive e risolutive..il tutto con un’assistenza al cliente in tempo reale e senza stop.
Gli istituti di credito sfruttano le nuove tecnologie per comunicare con i correntisti e con coloro che potrebbero diventarlo. Social Minds,una ricerca di DML che ha preso i considerazione 50 banche, rende noto che il 76% dei gruppi bancari ha attivo almeno un canale social e che i 3 più gettonati sono Facebook, Twitter e LinkedIn.
Il “social che cinguetta” sembra lo strumento preferito dai clienti specialmente per reclami e richieste di spiegazioni e gli argomenti solitamente sono legati a conti correnti e carte di credito. Stefano Doronzo, Junior Reasercher di Social Minds commenta:
Ma c’è di più. Le banche con canali social esplicitamente dedicati al customer care presentano tassi di risposta agli utenti del 125%; ciò vuol dire che i riscontri delle banche superano i quesiti dei clienti.
La strada per essere competitivi con le banche di altri paesi europei è ancora lunga, ma gli istituti italiani sono sulla retta via; sempre Doronzo aggiunge:
Rispetto ai competitor europei siamo ancora indietro, perché sui social si tende a interagire poco, ma stiamo progressivamente crescendo. Anche le banche locali stanno avviando un’attività di comunicazione promettente