Manca meno di un mese all’entrata in vigore del Gdpr – il regolamento Ue sulla privacy dei dati personali – e i social network vogliono farsi trovare pronti. In questi giorni stanno annunciando le loro azioni per adattarsi alla normativa di Bruxelles e il tempismo non è scontato: in caso di violazione si rischiano sanzioni pari al 4% del fatturato totale e le big-tech non vogliono rischiare. Soprattutto alla luce del socialgate Cambridge Analytica che ha travolto Facebook poco più di un mese fa e che ha coinvolto i dati personali di 87 milioni di utenti, le cui conseguenze non si sono ancora esaurite.
Vediamo tutti i dettagli.
IL GDPR UE
A partire dal 25 maggio 2018 sarà direttamente applicabile in tutti gli Stati membri dell’Unione europea il Regolamento 2016/679, più noto Gdpr (General Data Protection Regulation) – relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali. Con il Gdpr si introducono regole più chiare su informativa e consenso e vengono definiti i limiti al trattamento automatizzato dei dati personali; poste le basi per l’esercizio di nuovi diritti. In particolare, sono state fissate norme rigorose per i casi di violazione dei dati (data breach) e le conseguenze per le diverse fattispecie vanno dalla più blanda diffida amministrativa alla sanzione pecuniaria fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato totale. Facebook & co si devono allineare per forza in quanto le norme si applicano anche alle imprese situate fuori dall’Unione europea ma che offrono servizi all’interno del mercato Ue.
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