Facebook assegna un punteggio alla nostra attendibilità e alla nostra capacità di distinguere cosa è vero da cosa non lo è. A dare la notizia, destinata a far discutere, è stato il Washington Post. Tessa Lyons, product manager del social network da 2,2 miliardi di iscritti, ha spiegato che si tratta di una delle iniziative intraprese per combattere la disinformazione, contro la quale la lotta si sta intensificando in vista del voto midtem del prossimo novembre negli Usa (625 profili falsi riconducibili a Iran e Russia sono stati appena cancellati).
In sostanza, fra le indicazioni con cui Facebook nutre il suo algoritmo per cercare di declassare i contenuti falsi o potenzialmente falsi c’è anche un giudizio sui singoli utenti. Se sa (o pensa di sapere) chi è maggiormente propenso a valutare e diffondere assurdità, il colosso californiano può provare a intervenire in modo più efficace. Sviluppato nel corso dell’ultimo anno, il sistema è già attivo e assegna un punteggio compreso fra zero e uno. Non è chiaro, e non è stato chiarito, quali e quante variabili vengano prese in considerazione e quale peso abbiano e se siano tutti valutati o esclusivamente un gruppo di persone.
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