Il messaggio WhatsApp è intrigante, diventerà virale, difficile resistergli. Viene da un nostro amico e non ci sembrerà troppo strano dopo le performance del capo leghista al Papeete, ma una volta aperto si rivela per quello che è: una gif “armata”, malevola, in grado di attaccare il nostro dispositivo metterlo nelle mani di un delinquente. L’attacco informatico che usa le immagini che ci scambiamo a sfinimento su WhatsApp sfrutta una vulnerabilità, una falla della galleria immagini dei dispositivi Android che hanno installato la popolare app di messaggistica, per prendere possesso del dispositivo di chiunque e ottenere tutti i suoi dati personali, carte d’imbarco, resoconti di lavoro, codici e password scambiati in famiglia.
A scoprirlo un hacker di Singapore, detto “Il risvegliato”, ma lo pseudonimo esatto è “Awakened” che contattato da Repubblica ci ha confermato di aver individuato e comunicato a WhatsApp in agosto questa vulnerabilità “double-free” che consente ai malintenzionati di entrarci nel telefonino, e tutto per colpa di una semplicissima GIF, uno dei contenuti più condivisi in assoluto nelle chat. WhatsApp l’ha pagato e ringraziato per questo.
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