Interagire con gli assistenti virtuali? Un’abitudine per un italiano su dieci

Una fotografia inedita, unica o quasi nel suo genere in Italia, sulla diffusione degli smart speaker. La ricerca realizzata da Celi, società di proprietà al 100% di H-Farm (dal 2017) e attiva da diversi anni sul fronte delle tecnologie di riconoscimento vocale per il mondo automotive, in collaborazione con l’istituto di ricerca Kkienn ci dice in altre parole come e quanto sia sviluppato il rapporto fra gli italiani e i dispositivi intelligenti che sanno riconoscere i comandi vocali impartiti dall’utente e agire di conseguenza. Il dato forse più importante che emerge dall’indagine, svolta nella seconda metà di giugno e che il Sole24ore ha avuto modo di leggere in anteprima, è il seguente: il 13% del panel online di 700 consumatori preso a campione ha in casa uno smart speaker. Una penetrazione già significativa, dicono gli autori dello studio, 
sullo stesso livello dei gadget indossabili e superiore a quello delle bici elettriche, per quanto ancora molto lontana dalle percentuali di adozione di smartphone e personal computer (rispettivamente al 95% e all’88%) e di altri prodotti smart come le Tv (al 53%) o le cuffie wireless (al 32%). Ben delineato è il profilo dell’utente medio di questi prodotti, e quindi persone fra i 25-45 anni, benestanti, in molti casi con in tasca una laurea e dipendenti full time presso aziende medio grandi.

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