Nel dark web l’Italia ha un nuovo e poco invidiabile record: quella di essere al quinto posto mondiale per gli attacchi subiti dai macro-malware. Lo rivela il rapporto di giugno elaborato da Trend Micro Research, la divisione specializzata in ricerca&sviluppo e lotta al cybercrime di Trend Micro. Ma cosa sono i macro-malware? La spiegazione è semplice, gli effetti invece possono essere molto pesanti per aziende, servizi pubblici e anche per i singoli utenti. Si tratta di script, cioè righe di codice, inserite all’interno di normali documenti (word, excel, etc). Una volta scaricato il file, il macro-malware si ‘trasforma’ in un programma che infetta il computer e, a seconda delle sue caratteristiche, svolge diverse funzioni, come sottrarre dati sensibili (poi inviati ad un sito web ‘occulto’), impadronirsi del controllo della macchina, criptare i documenti contenuti chiedendo poi un riscatto per ‘liberarli’, sottraendo identità digitali. Fino ad arrivare anche, per i computer che operano ad esempio nella gestione delle infrastrutture critiche, a mettere nelle mani dei pirati il controllo totale di queste.
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