Partiamo dai numeri. I Paesi dell’Unione Europea saranno obbligati a ripristinare almeno il 20% delle aree marine e terrestri entro il 2030. All’interno di questo obiettivo più grande, i Paesi dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat che sono in cattive condizioni, sempre entro il 2030. La percentuale sale al 60% entro il 2040 per poi raggiungere il 90% entro la metà del secolo.
È l’effetto del via libera definitivo alla legge sul ripristino della Natura (o Nature Restoration Law), arrivato lunedì 17, in Lussemburgo, al Consiglio dell’Ue. Dopo l’ok dell’europarlamento, anche i ministri dell’ambiente hanno votato a maggioranza qualificata il regolamento fatta eccezione per l’Italia, l’Ungheria, i Paesi Bassi, la Polonia, la Finlandia e la Svezia. Decisivo il cambio di posizione della ministra austriaca che ha rotto con la linea suggerita dalla sua coalizione del governo.
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