Abbonamenti “trappola” su smartphone, è boom: ecco come difendersi

IL FENOMENO è vecchio ma non per questo meno letale. A nulla, o poco, sembrano essere valsi i pesanti provvedimenti emessi un paio di anni fa dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato: una doppia multa da 5,1 e 1,7 milioni agli operatori Telecom, Vodafone, Wind e Tre. Stiamo parlando degli abbonamenti trappola che sottoscriviamo, quasi sempre involontariamente, attraverso lo smartphone. Attivando i cosiddetti “mobile vas” (“valued added services”, servizi a valore aggiunto): pseudoabbonamenti da diverse decine di euro al mese per ricevere materiale in realtà già disponibile gratuitamente online, dagli oroscopi ai giochi contenuti erotici.

Un fenomeno che d’estate diventa ancor più allarmante e sul quale occorre richiamare l’attenzione: con i periodi di vacanze la quota di traffico internet si sposta ancora di più su mobile di quanto non stia già accadendo per il cambiamento delle abitudini, sul mercato pubblicitario la domanda cala e anche sui siti garantiti che frequentiamo ogni giorno e che lottano con tutte le forze per bonificare il parco degli “advertiser” ingannevoli, possono fioccare banner a vario modo invitanti che precipitano l’utente nel pozzo di questi sgraditi (e salati) servizi.

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