Reti fantasma, ennesima ferita all’ecosistema marino

Le reti fantasma sono una parte dei tanti rifiuti che inquinano il mare. Non solo plastica, quindi, ma un’incuria grave e un’irresponsabilità dell’uomo che il mare sta pagando caro.

L’associazione ambientalista Marevivo, che da anni monitora e documenta l’inquinamento del mare, continua a segnalare il problema delle reti fantasma sui fondali marini.

L’operazione nel Mar Ligure

La Divisione Subacquea di Marevivo si è immersa nelle acque delle Secche di Vada, un’area nel Mar Ligure a circa 6 miglia dalla costa, compresa tra le foci dei fiumi Fine e Cecina, a sud di Livorno.

La zona delle Secche di Vada è particolarmente ricca di biodiversità e fauna ittica. In questa area si verifica il fenomeno dell’upwelling, il processo per cui le acque fredde e profonde, ricche di nutrienti, risalgono verso la superficie, attirando così la presenza di pesci e altri organismi.

Questo scatena la minaccia dell’overfishing, la pesca eccessiva e non regolata che depaupera le risorse ittiche con effetti deleteri sull’ambiente, dato che il pesce viene pescato più velocemente di quanto riesca a riprodursi.

Con il supporto di Banor, una delle maggiori società indipendenti di wealth e asset management in Italia, Marevivo ha potuto rimuovere una rete fantasma lunga circa 300 metri, con un peso pari a circa 400/450 chili.

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