Ieri si è verificata a Roma una scossa di terremoto e la notizia si è propagata in tempo reale su Twitter, dimostrando ancora una volta la forza e l’efficacia della comunicazione del microblogging.
Il sisma, di magnitudo 3.5, è avvenuto alle ore 17.13 e tante persone hanno immediatamente cercato notizie sui motori di ricerca o sui siti delle agenzie di stampa, ma per diversi minuti non c’è stata traccia di articoli inerenti. E’ stato invece diverso l’impatto per chi ha cercato sui Social Network: già qualche secondo dopo la scossa erano presenti i primi cinguettii, con relativi retweet, commenti e l’hashtag “#terremotoaRoma“.
C’è chi ha esclamato “ho paura”, chi ha scritto “la terra trema” e chi invece non si è limitato alle sole impressioni, aggiungendo dettagli come ad esempio le geolocalizzazione: “avvertito terremoto in zona Anagnina”, “ai Castelli trema tutto” “all’Eur siamo tutti fuori dall’ufficio” etc.
Questo modo di comunicare, con la stringa di soli 140 caratteri che Twitter ci mette a disposizione, è rapido per chi scrive e chi legge, sintetico e facile da condividere.
In occasioni come queste possiamo ancor più apprezzare la potenza delle reti sociali e del loro ruolo, a volte sminuito da chi non ha un buon rapporto con la tecnologia, ma che sta prendendo piede sempre di più nella nostra società.
Ci sono state tante altre occasioni in un passato recente in cui i Social Network hanno fornito servizi per la comunità, pensate alla loro diffusione nella primavera araba, in cui gli utenti del web, non avendo a disposizione tempo necessario per scrivere articoli, postavano una frase o un’immagine che faceva il giro del mondo in pochi minuti e consapevolmente o inconsapevolmente rendeva gli autori “giornalisti”.