Nell’anno della pandemia e del lockdown abbiamo registrato un calo della percentuale di rifiuti speciali pari al 4,5%. Unica eccezione, il settore sanitario. A dirlo è l’ultimo report Ispra, presentato ieri in Senato. La diminuzione riguarda in particolare i rifiuti pericolosi. Monitorati speciali il Nord del Paese (Lombardia e Veneto in primis) e i flussi particolarmente critici come amianto, veicoli, pneumatici, fanghi di depurazione, settore delle costruzioni e rifiuti speciali sanitari.
Il report è alla sua 21° edizione e fornisce il quadro complessivo della produzione e della gestione dei rifiuti speciali a livello nazionale attraverso 60 indicatori.
“Grazie ai dati elaborati dall’Ispra in oltre 20 anni di lavoro – ha detto Stefano Laporta presidente dell’Ispra ed Snpa – l’Istituto ha potuto fornire al MITE tutte le informazioni necessarie alla redazione delle due riforme collegate PNRR che disegnano la strategia per lo sviluppo dell’economia circolare dell’Italia nei prossimi 6 anni: la Strategia nazionale per l’economia circolare e il Programma nazionale di gestione dei rifiuti (PNGR).
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