Venti di crescita. Disegnare insieme il futuro tra continuità e cambiamento. L’evento formativo di TP andato sold out!

“Sotto la lente” da prospettive diverse

Che cos’è per te “Venti di crescita”? Questa è la domanda che mi hanno rivolto durante l’evento formativo (la stessa domanda l’abbiamo riproposta anche a Diego Pisa e Gianluca Bilancioni). Per me questa due giorni ha rappresentato soprattutto un lavoro sui legami, sulla possibilità di osservarli, manutenerli e rinforzarli, scoprendo che da vincolo possono diventare risorsa.
 
E poi: se è vero, come voleva il filosofo Gadamer, che il pregiudizio ci àbita da sempre ed è utile a ulteriore conoscenza, è altrettanto vero che dobbiamo avere una certa dose di disponibilità per una sua continua, costante, paziente rivisitazione, aprendosi all’altro, al diverso. Parola chiave fondamentale è, dunque, contaminazione. Solo così potremo immaginare una progressione nei progetti (e nei sogni) che portiamo avanti: in una dimensione dove non vince “tutto e subito”, ma una costruzione lenta, partecipata e sempre in evoluzione, in ottica appunto, di crescita sostenibile.
 
E ancora, la cifra (almeno secondo noi) di questa azienda: vitalità. Va cercata, mantenuta accesa, come faro che possa sempre indicare la via. Ce lo racconta, in un video che abbiamo visto insieme, lo scrittore Daniel Pennac, che da adolescente trasforma un suo forte limite (dire bugie) in un’opportunità (scrivere un romanzo), grazie all’idea di un professore che, al posto di un giudizio, riesce a cogliere il lato generativo e vitale di un comportamento disfunzionale.
 
Forse, potrei azzardare a dire che in questa due giorni di dialogo, gioco e riflessione abbiamo, insieme, tenuto in scacco la paura, quella di incontrare l’altro, l’ignoto, dando cittadinanza a dimensioni ritenute scomode, come la fragilità ed il silenzio e promuovendo sguardi creativi e inediti sulla realtà e su noi stessi.

Alcesti Alliata

‘Il cammino di tutti e di ciascuno’: da qui abbiamo voluto partire nell’ultimo incontro con voi amici di Teleperformance, nelle giornate intitolate Venti di crescita. Già, questa definizione di gruppo che ci arriva dalla filosofia idealista di Hegel, racchiude, a mio modo di vedere, la complessità, e in particolare la sfida che questa comporta, in termini di crescita, individuale e di gruppo.
 
Complessità è una delle nostre parole chiave: una proposta ardita, coraggiosa. Si tratta di non applicare più la logica da mainstream del tenere l’utile e del gettare l’inutile: se si vuole crescere occorre rinunciare alla strada già tracciata, occorre fare spazio, darsi tempo, tollerare la confusione il caos, il non sapere dove si va. Solo così si può crescere cogliendo le opportunità del momento, annusando il vento di crescita rinunciando a capire prima dove si andrà.
 
Ma complessità è anche quella dimensione in cui il ‘ciascuno’ va bene così come è, ma deve (e può)  trovare il posizionamento all’interno del ‘tutti’. La crescita allora necessita di aumentare la nostra consapevolezza, di fare esercizio paziente di autoconoscenza, di maturare fiducia in noi stessi.
Non più “devo essere diverso da ciò che sono, vorrei essere come lei o come lui”, ma una consapevolezza di sé che ci consegna finalmente al sapere chi siamo. La sfida diventa, dunque: “so chi sono, mi conosco e dunque voglio trovare la posizione nella mia vita (personale, familiare, aziendale) che mi permetta di fare emergere a pieno il mio potenziale e di sentire il senso delle cose per me”.
 
In questa direzione dunque la consapevolezza conduce ed implica la responsabilità, intesa non come peso da portare, ma nel suo significato primigenio ossia come abilità di dare risposte: volontaria accettazione, quindi, di una sfida più ampia della nostra esistenza.
 
In altre parole mi sembra che il messaggio che volevamo dare in questa splendida due giorni di emozione, passione e divertimento sia quella di un vento di crescita così caldo e potente da farci lasciare le acque sicure ma meno pescose del rimanere fermi nella nostra area di confort, per spingerci lontano verso un ignoto in cui però sapere chi siamo ci potrà far tenere il timone con mano ferma, schiena dritta, sguardo fiero nella direzione del sole.

Massimo Buratti

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