Anche i Musei Italiani sempre più presenti sul web.

Gli esperti del settore da alcuni anni sono concordi nel ritenere che stiamo assistendo ad una messa in scacco dei modelli classici di lettura ed interpretazione dei comportamenti sociali e dei consumatori. La crisi economica e la conseguente situazione di alta indecifrabilità dei contesti stanno portando ad un profondo cambiamento negli atteggiamenti, nei processi decisionali e nei comportamenti di scelta dei cittadini nei confronti delle offerte proposte dalle Aziende. Ponendosi come interfaccia tra le imprese e il mercato, le Ricerche sui mercati, i consumatori e la società, sono viste come una possibile risposta ai problemi di contesto, consentendo di conoscere e “capire” le dinamiche percettive, attitudinali e comportamentali del consumatore e soprattutto di anticiparne l’evoluzione cogliendo la direzione del cambiamento.

Tuttavia, al fine di riuscire a rispondere alle esigenze del marketing decision making delle Aziende la Ricerca sui mercati, i consumatori e la società deve rivedere e innovare in modo adeguato i suoi modelli e i suoi approcci.

Anche i Musei Italiani sempre più presenti sul web.

Abbiamo sempre evidenziato come le imprese italiane dovrebbero preoccuparsi non solo di vendere il prodotto online e offline, ma di informare clienti, potenziali clienti e collaboratori usando il web come canale di comunicazione, attraverso un blog per esempio.

Internet amplifica di molto livello di visibilità e di interazione con potenziali consumatori.

I musei da ormai un paio di anni hanno subito una radicale trasformazione mostrando più attenzione al pubblico e “ lavorando” sempre più come imprese.

Si cerca di aggredire il consumatore-visitatore potenziando marketing, promozioni, diffusione dei contenuti anche on-line;

Su questa strada si cerca di attrarre risorse finanziarie proprio dai servizi legati alla tecnologia e al web.

Tutto questo per avere maggiori visitatori durante l’anno.

Per questo motivo è particolarmente interessante uno Studio condotto dall’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e attività Culturali  condotto nel 2016 su un campione di 476 Musei Italiano, pari al 10% dei musei aperti al pubblico.

Per ciascun museo è stata rilevata la presenza di un sito web e le sue funzionalità, la disponibilità di applicazioni, la presenza sui social network, TripAdvisor e Wikipedia.

Cosa emerge?

Negli ultimi anni, molti musei stranieri hanno deciso di ampliare il proprio bacino di visitatori sfruttando like, tweet, pin, hashtag. L’Italia, pur avendo uno dei più vasti patrimoni culturali al mondo, è per ora molto indietro nella promozione sui nuovi mezzi di comunicazione. Eppure dove si è tentato il successo è stato ottimo, il Ministero dei Beni culturali ad esempio si muove su Facebook da tre anni ed ha oltre cinque volte i sostenitori del suo omologo francese. Mentre molti dei grandi musei italiani (dalla Pinacoteca di Brera, ai musei Capitolini solo per citarne alcuni) non usano i social network per promuoversi.

L’’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali HA condottO su un campione di 476 musei Italiani , pari a circa il 10% dei musei aperti al pubblico nel 20156.

Per ciascun museo è stata rilevata la presenza di un sito web e le sue funzionalità, la disponibilità di applicazioni, la presenza sui social network, TripAdvisor e Wikipedia.

Nel 2016 il 52% di loro possiede un account e la maggiore presenza (51%) viene registrata su Facebook (51%); seguono Twitter (31%) e Instagram (15%). Anche il 10% dei musei che non ha un sito Internet risulta però attivo su Facebook.

All’avanguardia come sempre, i musei Vaticani con un nuovo sito web (che verrà presentato oggi 23 gennaio e mille progetti per incrementare i servizi offerti online, dalla vendita dei biglietti alla visita delle collezioni.

Su twitter, il primo posto per quantità di follower è stato conquistato dal profilo dei Musei nel Comune di ROMA mentre  il MAXXI si attesta al secondo posto e il Museo del Novecento a Milano al terzo.

In Generale il 46% dei contenuti ha valenza positiva , mentre solo il 18% parla dei musei in modo negativo  e il 22% mantiene atteggiamento neutrale.

Il restante 14 % è off topic , ossia il post contiene il nome del museo ma senza fare riferimento esplicito al suo contenuto.

La Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *