Digital Transformation – Ne parliamo con Giuseppe Piras

La Digital Transformation rappresenta davvero il volano per il cambiamento della società di oggi?

Ne sono più che convinto. Un volano, non l’artefice. Intorno a noi tutto cambia e tutto accelera vorticosamente. Gli standard richiesti dal consumatore finale sono sempre più di alto livello e le aziende hanno la necessità di intercettare le tendenze in tempo reale per non soccombere alla sempre più agguerrita concorrenza. L’umana intelligenza strategica da sola non è più sufficiente, quindi serve armarsi di nuovi strumenti e tenersi al passo con le loro evoluzioni. La ricerca scientifica gode di una crescita esponenziale grazie all’impiego del “lievito” digitale che ci permette non solo di risolvere problemi ma anche di auto-evolversi per essere impiegato in sempre più sofisticate sfide. E di questo ne beneficiamo tutti.

Quale è il rischio e l’opportunità più grande che possono verificarsi?

Non conosciamo quali opportunità la DT ci fornirà in futuro_ Quello che sappiamo adesso è che pianificare il nostro lavoro o la nostra vita adottando una nuova prospettiva e familiarizzare con le nuove tecnologie ci consentirà di collocare sempre più in alto le potenzialità dell’uomo.

Per quanto riguarda i rischi, è scontato dire che le stesse conquiste possono essere impiegate contro l’uomo, ma è ora di smentire una volta per tutte che la digitalizzazione renderà inutile il lavoro dell’uomo. Il potentissimo aereo caccia Stealth senza l’intervento dell’uomo può solo accumulare polvere a terra! Quello che più temo, è dopo essere riusciti a stabilire con una certa precisione le minacce future, grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, non agire tempestivamente con le migliori contromisure possibili. 

Credi che si debba parlare innanzitutto di un cambiamento culturale?

Cultura. È un termine che ha un significato relativo e dipende dal contesto, dall’era e dalla localizzazione geografica. Parlerei più che altro d’intelligenza,  complementare al buon senso. A mio padre, all’età di 83 anni, in banca gli hanno detto che le operazioni relative al suo conto corrente avrebbe dovuto farle esclusivamente via internet con “Home Banking”. A quel punto, invece di chiedere ai figli di eseguire le sue operazioni, si è “informatizzato”, ha appreso come accedere e far funzionare l’applicativo per essere autonomo. Ora ne ha 87 ed è attivo sui social e scrive le sue partiture musicali col PC.

Teleperformance italia come si sta collocando nell’ambito di questa fase?

Detta in modo poco accademico “…ci stiamo dentro con tutte le scarpe!”. E anche con passione, aggiungerei. Siamo coinvolti in diversi progetti, globali e interni, e sono tutti volti a raggiungere maggiori efficienza, soddisfazioni e guadagni. Per alcuni aspetti stiamo acquisendo posizioni di riferimento per le altre filiali della Corporate. Il materiale umano capace di spingere positivamente in questa direzione c’è, come dimostra l’elevato e sorprendente numero e qualità di proposte scaturite dai nostri colleghi nel contest “BOTATHON”. 

Sei da qualche giorno referente cemea per la parte reporting process. I dati sono milioni…quanto è fondamentale la DT?

Facciamo un gioco. Vi va? Lo prendo per un sì. Siamo nel 1985 e solo un anno dopo, in Italia (Pisa), si sarebbe registrato il primo collegamento alla rete Internet. Ora ipotizziamo che la Dotoressa Rossella, dirigente di una media industria quotata in Borsa, debba decidere di acquisire quote partecipative di una ditta fornitrice, anche questa presente nel listino di Borsa. Rossella chiede quindi al suo segretario Pippo di trovare le seguenti informazioni: la minima, la massima e la media quotazione delle azioni oltre a trovare eventuali articoli in cui si segnala quell’azienda sia in positivo che negativamente negli ultimi tre anni. Pensate alle edizioni di tre anni di un quotidiano qualsiasi. Parliamo di circa 1800 giornali cartacei e mettiamo che ogni edizione avesse 20 pagine e ognuna contenesse 8 articoli. Pippo, all’idea di affondare nella montagna di trentaseimila pagine di quotidiano e cercare in duecentoottantottomila articoli le informazioni richieste dal suo capo, rassegna le dimissioni. Oggi, in Teleperformance, Pippo avrebbe potuto ottenere i dati richiesti in pochi minuti e conservato orgogliosamente il lavoro. La dottoressa Rossella non avrebbe rinunciato a un ottimo investimento oppure si sarebbe risparmiata una dolorosa perdita finanziaria.

Ecco, alla fine si tratta di questo. La trasformazione digitale ci permette di raccogliere e organizzare dati prelevandoli da varie fonti: e-mail, internet, file excel o csv o pdf, etc. . Ottenuti i dati, questi vengono processati e analizzati anche con metodologie Lean SixSigma. E non finisce qui, perché le informazioni, per essere realmente utili, devono essere rese disponibili attraverso visualizzazioni complete, chiare e raggiungibili attraverso qualsiasi device.

Tutte queste operazioni rientrano in un processo modellato dalla Corporate e finalizzato a rendere costantemente fruibile un ammontare di informazioni che permettono all’utente finale, qualsiasi sia il ruolo che ricopre, come si dice “..di avere il polso della situazione”.

È quello che abbiamo iniziato a fare nel Team Reporting, con LauraRoberto, e Nicola, col supporto dei colleghi dello Sviluppo, adeguando in questo nuovo strutturato processo quanto già fatto negli ultimi 10 anni, e tanto di più.

Da poco mi è stato affidato, dalla Corporate, il ruolo di “Champion” nell’ambito del Reporting Process, avendo TP Italia dimostrato di avere le risorse e le capacità giuste per essere anche di supporto collaborativo verso i colleghi delle filiali di Svizzera, Albania e Repubblica Ceca.

Concludo, fingendomi sapiente, con una citazione di Pitagora: “Non fermatevi là dove siete arrivati”.

Giuseppe Piras

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