Chissà, forse eravate stati convinti dalle “10 ragioni per cancellare subito i tuoi account social” di Jerome Lanier, il guru statunitense della critica al mondo digitale, a far fuori il profilo Facebook. Magari dopo i pasticci di Cambridge Analytica. Poi però vi siete sentiti tagliati fuori dal flusso di notizie, non sapevate più quali fossero i temi caldi del giorno, gli amici vi davano per scomparsi, gli eventi saltavano, i compleanni passavano di mente, comunicare era più complesso e insomma, alla fine avete deciso di tornare sui vostri passi. Con buona pace delle preoccupazioni per la privacy. Peccato che fossero già trascorsi 14 giorni dalla sospensione del profilo, limite dopo il quale la cancellazione diventa definitiva e non è più possibile fare marcia indietro.
Niente paura. Adesso Facebook, forse proprio per reagire ai tanti fronti critici di questi mesi e tentare di contenere l’emorragia degli utenti che è già costata un milione di profili in Europa, ha aumentato quel tempo da 14 a 30 giorni. Un mese tondo tondo per ripensarci dopo la sospensione, magari impulsiva, del profilo. Prima di precipitare – solo per modo di dire, file e informazioni restano a lungo nei server di Menlo Park – nel dimenticatoio. Ma, vista da un altro punto di vista, anche più tempo prima che tutto, ma davvero tutto, scompaia.
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