Paolo Sarzana si è inserito nel recente dibattito sul tema della crisi del mercato del lavoro, rilasciando una dichiarazione anche sull’annoso tema della delocalizzazione del lavoro in Albania.
Nell’occasione Sarzana, Direttore Marketing Comunicazione e Affari Istituzionali, specifica che Teleperformance Italia non ha affatto delocalizzato, ma al contrario ha strutturato un’offerta, e quindi un’attività, grazie alla collaborazione di due filiali del proprio Gruppo di appartenenza. Tutto questo non certo per massimizzare gli eventuali profitti di una commessa, ma anzi per mediare costi del lavoro che permettono di pervenire ad un prezzo esauriente per le richieste del committente, sempre più stringenti e nella logica delle gare al massimo ribasso.
La maggior parte della committenza, in barba alla qualità espressa grazie alle nostre risorse e non tenendo conto degli investimenti in formazione per i dipendenti, richiede prezzi sempre più competitivi e quasi mai adeguati ai costi standard italiani. Tale processo costringe gli operatori dei servizi di Contact Center, a delegare parte di quest’attività all’estero in modalità offshoring.
L’alternativa? Rinunciare a tali gare e commesse, con la conseguente perdita di ulteriori posti di lavoro in Italia.
La via d’uscita è solo definire delle regole chiare e certe, soprattutto accettate e rispettate da tutti.
Teleperformance Italia nel 2007 ha assunto tutti i propri collaboratori con contratti a tempo indeterminato, come prescritto dall’allora “Circolare Damiano”, credendo nella trasformazione e crescita di un settore che avrebbe potuto recepire una nuova qualità e quindi dei prezzi adeguati a tali nuovi costi del lavoro .
La nostra Azienda, la prima e quasi l’unica ad aver operato tale “scommessa”, ha quindi investito sulla stabilizzazione. Purtroppo il panorama normativo è rimasto incerto ed il mercato si è tradotto in una giungla selvaggia a tutto discapito di realtà virtuose come Tp.
Il settore è stato investito da tre elementi negativi che ne hanno caratterizzato l’andamento penalizzando Teleperformance:
1. molti competitor, non rispettando le regole in materia di lavoro, risparmiano ed offrono tariffe molto basse;
2. le agevolazioni fiscali erogate per le Regioni cosiddette ad obiettivo 1 sono stati utilizzati in maniera speculativa;
3. la corsa al ribasso delle aziende pubbliche, fino a valori minori rispetto ai termini di Legge, ha influenzato le gare d’appalto.
Sembra sempre più urgente quindi una regolamentazione del mercato per risolvere la crisi di un settore che ad oggi vede impiegati 80.000 risorse, tra cui il 50% di dipendenti e l’altro di collaboratori a progetto: l’alternativa è davvero rischiare di veder scomparire l’intero comparto, a solo vantaggio di paese esteri con un minor costo della mano d’opera.