IL WORLD Password Day ‘torna’ per ricordarci che, come sempre, c’è molto da fare per aumentare il livello di sicurezza dei nostri account e dei nostri dispositivi. Anche nel 2017, per esempio, ha vinto l’immarcescibile “123456” o con la strepitosa variante “12345678”). Le procedure in due passaggi hanno migliorato la situazione ma spesso comportano lungaggini e, tranne in certi casi delicati (profili bancari), gli utenti faticano a sposarli. E si affidano alle date di nascita o ad altre trovate come “password” o “qwerty”.
I cyberattacchi e i furti d’identità si fanno sempre più sofisticati, spesso alimentano vere e proprie ondate periodiche, e furti clamorosi – come quello a cavallo del 2017 e 2018 – compromettono milioni di password, indirizzi email, username e altri estremi. Senza contare i punti deboli del cosiddetto “wetware”, il lato umido del nostro rapporto con la tecnologia, cioè noi stessi, che tendiamo appunto per pigrizia o ignoranza ad affidarci a password sempre uguali o di poco diverse, oltre che poco fantasiose, per numerosi servizi.
Per questo Avast ha rilasciato una guida contenente una serie di suggerimenti basilari, sempre utili da seguire e che pure dopo molti anni occorre continuare a ripetere. Il primo, per riallacciarsi a ciò che si diceva, è legato alla varietà: bisogna dare a ogni account (che sia l’accesso allo smartphone o a Facebook) una password unica. In questo caso il riciclo non è benvenuto. Ogni stringa dovrebbe inoltre essere sufficientemente complessa e “forte”, cioè difficile da comporre automaticamente con numeri, lettere maiuscole, se possibile caratteri speciali e combinazioni non lineari.
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